Differenza tra Fisioterapia e Osteopatia
Capita spesso di confondere le figure terapeutiche dell’Osteopata e del Fisioterapista, ma quali sono effettivamente le differenze tra fisioterapia e osteopatia?
Entrambe le figure si collocano nell’ampio spettro delle professioni sanitarie e entrambe rappresentano un valido supporto per la salute, il benessere e il recupero dell’individuo, tuttavia utilizzano un approccio differente per il medesimo scopo.
Osteopata
Nello specifico l’osteopata ricerca e tratta le “disfunzioni somatiche“, alterazioni funzionali del corpo che possono creare, mantenere o essere secondarie a una determinata sintomatologia.
Le stesse disfunzioni non saranno riconducibili a esiti patologici bensì riscontrate in ambito muscoloscheletrico. Il professionista osteopata non si sofferma esclusivamente sulla zona in cui è presente il sintomo, ma considera il corpo nella sua globalità e dinamicità. Valuta i vari sistemi (muscoloscheletrico, cranio-sacrale, viscerale, fasciale) strettamente connessi e che possono concorrere alla problematica del paziente.
L’osteopata si avvale esclusivamente del supporto manuale, sia in termini diagnostici che terapeutici, offrendo un ampio ventaglio di tecniche scelte in base alle caratteristiche di ogni singolo paziente. Inoltre fornisce un valido supporto in ottica preventiva. La figura dell’osteopata può essere integrata anche ad altre professioni, tra cui medici specialisti, dentisti, pediatri, psicologi, nutrizionisti e gli stessi fisioterapisti, oltre che altre figure sanitarie.
Questa collaborazione risulta cruciale per un corretto approccio multidisciplinare incentrato sulla salute del paziente e sulla gestione del suo dolore.
A oggi, 2023, in Italia non è ancora presente un percorso universitario pubblico per diventare osteopata e la durata del percorso formativo è di 5 anni. Nel caso del fisioterapista questo percorso universitario è presente, prevede un test d’ingresso e abilita alla professione dopo 3 anni di studi.
Fisioterapista
Secondo la definizione del Ministero della Sanità: “Il fisioterapista è l’operatore sanitario, in possesso del diploma universitario abilitante, che svolge in via autonoma o in collaborazione con altre figure sanitarie gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori e di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita o acquisita”.
La figura del fisioterapista offre quindi un percorso di riabilitazione funzionale che oltre all’approccio manuale si può avvalere di altre tipologie di strumenti, come Tecar, TENS, Laser, Ultrasuoni ecc. La terapia fisioterapica si concentrerà nel recupero della funzionalità nella zona debilitata, agendo prevalentemente a livello locale. Inoltre, fornisce un supporto terapeutico nelle condizioni post traumatiche e post chirurgiche. La figura del fisioterapista appare molto ricercata in ambito sportivo, con lo scopo di gestire traumi e infortuni associati all’attività. In ambito ospedaliero invece è spesso accostata a figure come fisiatri e ortopedici.
Entrambe le professioni non possono fare diagnosi medica, prescrivere esami diagnostici o farmaci, né intervenire chirurgicamente. La diagnosi che verrà proposta sarà esclusivamente di competenza osteopatica o fisioterapica.
In conclusione le due professioni propongono un concreto supporto alla salute della collettività e spesso vengono integrate nel percorso terapeutico. Questa sinergia professionale rappresenta un ausilio efficace e completo di fondamentale importanza.